Non esiste una formula che garantisce il successo nel concorso notarile. Si tratta di un contesto difficile ed insidioso e, inutile nasconderlo, la fortuna gioca un ruolo essenziale.
Le note che seguono non hanno, quindi, la pretesa di offrire alcuna certezza ma solo l’obiettivo di fornire alcune indicazioni fondate sulla mia personale esperienza e, spero, utili ad impostare una cornice di riferimento all’interno della quale collocare il proprio percorso di studio.
Muoviamo da alcune riflessioni di carattere assolutamente generale.
La prima e la principale è la seguente.
Le prove concorsuali sono prove casistiche ed al candidato è richiesto non solo e non tanto di sapere di diritto quanto piuttosto di fare applicazione del diritto. Una buona conoscenza del diritto ed una buona capacità di applicazione del diritto sono abilità in parte coincidenti ma solo in parte. Non necessariamente chi sa molto, sa fare e non necessariamente chi sa fare bene, sa moltissimo.
La preparazione del concorso serve, in ultima istanza, ad esercitare la professione notarile e la professione notarile è un’attività eminentemente pratica. Il notaio è un operatore del diritto prima e più di essere uno studioso del diritto o un accademico. Quindi un buon notaio, benchè debba essere sufficientemente colto (nel senso tecnico del termine) deve principalmente avere, a mio modo di vedere, un forte senso pratico del diritto e cioè la capacità di cogliere velocemente soluzioni applicative efficaci.
Bellissima l’immagine utilizzata da un brillante collega in chiusura di un convegno di Federnotai di qualche anno fa…. La conoscenza del diritto sta al notaio come le stelle stanno al marinaio….serve ad orientare … ma poi ci sono le onde, gli agenti atmosferici e per navigare non bastano le stelle. Quindi alla fine del nostro percorso di studio dovremo conoscere benissimo tutti gli istituti del diritto civile (conoscere, nella metafora, l’intera volta celeste) ma soprattutto dovremo essere in grado di utilizzarli per risolvere casi complessi (dovremo cioè esser capaci di navigare in mare aperto...).
Il candidato notaio deve allora studiare con lo sguardo costantemente rivolto allo sviluppo del senso pratico. Deve cioè sapere per applicare. Per redigere atti notarili risolvendo casi e questioni.
Questo deve essere il punto di vista da assumere durante lo studio. Sempre. Qualunque istituto, sentenza, caso o articolo si studia occorre coglierne le ricadute pratiche ed applicative.
Non è facile e non ci si arriva in pochi giorni e nemmeno in pochi mesi.
Il laureato in giurisprudenza esce dalla facoltà del tutto privo dei mezzi occorrenti a fare applicazione del diritto (non per suo demerito ma per il modo in cui è concepito lo studio universitario in Italia). All’università scriviamo pochissimo, non leggiamo sentenze, non studiamo casi e questioni pratiche e siamo invece abituati a leggere e conoscere uno o più testi predeterminati e a ripeterne (oralmente) i contenuti; prima durante la preparazione e poi in sede di esame.
Questo approccio allo studio va via via abbandonato per introdursi ad uno studio che ci procuri i mezzi per fare applicazione del diritto.
Quindi il percorso di studio e preparazione del concorso notarile seguirà una strada che porta in modo lento e progressivo verso questo obiettivo. Come?....
In un primo periodo (12-18 mesi) rimarremo agganciati ad una formula di studio di tipo “universitario” (comunque utile, anzi necessaria, ad accumulare le nozioni da utilizzare in sede applicativa) ma cominceremo da subito a fare applicazione del diritto risolvendo casi e questioni (inizialmente elementari e via via sempre più complesse) ragionando attivamente su di esse.
In un secondo tempo (12-18 mesi) accumulata una conoscenza del sistema sufficientemente completa, dedicheremo sempre più tempo e più energie allo studio di casi e questioni (sempre più articolate e complesse e ormai simili a quelle concorsuali) e quindi cercheremo di sviluppare quel senso pratico e quella capacità di ragionamento giuridico che (unitamente ad una buona dose di fortuna) è la chiave del successo al concorso prima e nella professione poi.
Una precisazione. Quando parlo di applicazione del diritto non mi riferisco (lo comprenderemo meglio nel prosieguo) all’esercizio di una pratica di basso profilo (frequentare uno studio per fare visure camerali o ipotecarie, per fare fotocopie o per osservare l’elaborazione di una nota di trascrizione è in una prima fase poco utile) ma ad un esercizio costante del ragionamento giuridico. La frequentazione dello studio notarile dovrà essere molto ben finalizzata (fondamentale per questo la buona volontà e la sensibilità del notaio presso il quale si esercita la pratica) e, a seconda del proprio livello di preparazione, dovrà essere concentrata sulla soluzione di questioni che implicano valutazioni tecniche preordinate alla soluzione di casi pratici piò o meno complessi.
In una prima fase, peraltro, questa la mia esperienza ed il mio pensiero, la migliore “pratica notarile” è quella che si eserciterà sul proprio tavolino di studio (non necessariamente con la guida di un notaio) e consisterà nell’esaminare e risolvere casi inizialmente semplici ed essenziali (analoghi, per intenderci, a quelli che il presidente Guido Capozzi, - maestro di centinaia di notai in esercizio - proponeva nelle sue lezioni in passato e che oggi sono raccolti in alcune pubblicazioni) per poi approcciare casi più articolati sempre più vicini al modello delle prove di concorso.
Poste queste premesse di ordine generale vediamo ora di scendere un po’ di più nel particolare.
Innanzitutto individuiamo un orizzonte temporale. Ancora una volta assumerò come riferimento la mia personale esperienza. Ho avuto la fortuna di vincere il primo ed unico concorso notarile cui ho partecipato. Quello bandito nel dicembre 2002 e svoltosi nel novembre del 2003. La mia preparazione si era accumulata in due anni e otto mesi circa di studio molto, molto intenso. Con ciò intendo dire che dal marzo 2001 sino al dicembre 2002 (il bando fu il giorno 22) ho studiato dal lunedì al venerdì 8-10 ore al giorno con costanza assolutamente maniacale. Talvolta, se ne sentivo il bisogno, recuperavo o approfondivo il sabato per una mezza giornata. Dopo il bando ho cominciato a studiare tutti i sabati. Le domeniche le ho sempre tenute libere per recuperare e riposare (forse con l’eccezione di qualche domenica a ridosso degli scritti dove studiavo più per foga e per tensione che per necessità). Mantenere un buon equilibrio psico-fisico è importante e quindi occorre dedicate il giusto spazio al riposo. Un errore molto frequente è quello di arrivare al concorso stremati nel corpo e nello spirito. E’ sbagliato. Si rende meno….
Dunque se io sono riuscito in 32 mesi circa a preparare e vincere il concorso ci può riuscire chiunque (sono assolutamente certo di avere un’intelligenza media…forse le uniche qualità particolari che mi riconosco sono una gran forza di volontà ed una certa abilità nell’uso della lingua italiana scritta che è una qualità che è possibile sviluppare con l’esercizio).
Possiamo allora assumere che, mediamente, una buona preparazione richiede uno sforzo compreso tra 30 e 36 mesi (due anni e mezzo/tre). Abbiamo chiarito sopra che questo periodo può dividersi in due blocchi ideali.
Un primo in cui si irrobustisce al massimo grado la preparazione teorica (studio manualistico) e si comincia ad approcciare la preparazione pratico – applicativa (lo studio casisitico).
Un secondo nel quale, al contrario, si ripassa ed approfondisce la preparazione teorica e si intensifica molto lo studio dei casi con la relativa redazione di atti e parti teoriche.
Vediamo ora come organizzare questo lungo percorso. Ancora una volta farò riferimento alla mia personale esperienza.
Gettiamo in primo luogo uno sguardo di insieme all’intero periodo di studio.
(i) prima fase – studio teorico manualistico e progressivo approccio allo studio pratico-casistico
I primi quattro mesi circa saranno dedicati, per le ragioni che spiegherò poco più avanti allo studio delle successioni e delle donazioni. I successivi sette mesi allo studio del diritto civile ed al ripasso delle successioni. Gli ulteriori cinque mesi allo studio del diritto commerciale ed al ripasso delle successioni (e donazioni) e del diritto civile.
All’esito di questo periodo dovremmo aver acquisito una buona visione dell’intero sistema e dovremmo conoscere ed avere compreso le dinamiche di tutti gli istituti del diritto civile e commerciale.
(ii) seconda fase - studio casistico-applicativo, ripasso ed approfondimento dello studio istituzionale.
Nella seconda fase completato lo studio dell’intero sistema di diritto civile e commerciale (al cui ripasso occorrerà dedicare uno sforzo costante) occuperemo sempre più tempo allo sviluppo dei casi (redazione dell’atto, i.e. parte pratica, e suo commento, i.e motivazione e parte teorica). Un giorno a settimana dovrà esser dedicato da questo momento in poi a simulare una prova d’esame e cioè selezionare da una buona fonte un caso di difficoltà pari a quella concorsuale e dedicare sette/otto ore consecutive allo sviluppo dell’atto e della parte teorico-motivazionale.
inizieremo inoltre, durante la “seconda fase” ad arricchire lo studio istituzionale con letture di articoli, sentenze o saggi (meno utile mi pare la lettura di intere monografie) che approfondiscono a macchia di leopardo alcune aree del sistema. La componente dell’approfondimento-aggiornamento (mi riferisco alla lettura di sentenze articoli e saggi) è in questa fase assolutamente essenziale. Essa ha la funzione di:
- imparare le dinamiche dell’ermeneutica giuridica e cioè imparare da autori più esperti a comprendere come si risolve una questione tecnico giuridica quando le norme sono assenti o incomplete;
- arricchire il proprio linguaggio (leggendo molto si impara a scrivere meglio);
- implementare le proprie conoscenze in settori nevralgici per l’attività notarile;
- aggiornare le proprie conoscenze seguendo le evoluzioni e le modifiche del sistema normativo o dell’interpretazione giurisprudenziale e dottrinaria.
Due anni e mezzo/tre è un tempo strettissimo per completare il programma e quindi bisognerà studiare molto, anzi, moltissimo. Senza distrazioni, senza interruzioni e con una concentrazione assoluta.
LA FASE A
(16-18 mesi)
Lo studio teorico-istituzionale ed il progressivo approccio allo studio casistico
I primi quattro cinque mesi.
Perché cominciare dallo studio delle successioni.
Vi sono molteplici, validissime, ragioni per cominciare, come io cominciai a suo tempo, dallo studio delle successioni e delle donazioni.
- Se assumiamo, come possiamo assumere, che esistono tre macroaree di preparazione che coincidono con le tre prove concorsuali (successioni, civile e commerciale) non v’è dubbio che il sistema delle successioni e delle donazioni (tra loro intimamente collegati) è quello meno esteso e nel quale, pertanto è più facile orientarsi.
- Diversamente dalle altre materie, il cui studio, data la vastità, non può essere agganciato ad un unico riferimento testuale, le successioni e le donazioni possono e debbono essere studiate su un unico testo con la conseguenza che ci si pone in linea di maggiore continuità con la propria consuetudine allo studio universitario. Il testo che consiglio è decisamente il testo sul quale si è formata e si forma la larghissima maggioranza dei notai e dei candidati notai (fu anche il mio riferimento) e cioè la pubblicazione, edita da Giuffrè, dal titolo “Successioni e Donazioni” di Guido Capozzi (di recente aggiornata e completata dai suoi allievi) che si compone di due volumi per complessive 1500 pagine circa.
- Il manuale di Guido Capozzi usa un linguaggio ed un approccio tipicamente scolastici. Più precisamente è un manuale che nasce dall’iniziativa di un grande maestro che ha dedicato una vita alla preparazione dei notai. Esso, quindi, per tipologia di linguaggio, grado di approfondimento ed approccio scientifico è concepito a misura del candidato notaio. Dallo studio di questo manuale ci potremo rendere conto di qual è il grado di approfondimento che ci è richiesto nello studio di un istituto e di qual è il linguaggio (tutto sommato molto semplice e chiaro) con cui occorre trattare i singoli temi. In una parola potremo acquisire un metodo di studio.
- Altra ragione essenziale per avviare da qui il proprio studio è data dal fatto che esiste un terzo volume della medesima pubblicazione che raccoglie in modo ordinato e completo un gran numero di casi pratici molto semplici ed essenziali. Usando questo terzo volume come compendio dei manuali potremo avviarci nel modo più corretto a quello che più sopra si è definito studio pratico-applicativo o casistico. Nei quattro mesi che dedicheremo allo studio delle successioni (tanti ne impiegai io per riassumere ed assimilare la pubblicazione dell’epoca, a dire il vero più succinta) avremo cura di completare lo studio di ogni istituto con l’esame dei casi collegati nel volume casistico. Progressivamente ed inconsapevolmente andremo via via assumendo quella mentalità pratico-applicativa che abbiamo detto essere la chiave di volta della nostra preparazione.
- Esiste un'altra ragione, non meno importante delle altre, che mi induce a suggerire un avvio dello studio che muove dalle successioni. La ragione è che la redazione del testamento (l’atto che dovremo redigere in sede concorsuale per la prova mortis causa) è sul piano tecnico formale molto più semplice della redazione di un atto inter vivos o di un verbale di organi collegiali delle società (la tipologia di atto che più probabilmente saremo chiamati a svolgere per la prova di diritto commerciale). E’ dunque ragionevole credere che in pochi mesi si possa raggiungere un livello di preparazione tale da consentirci la redazione di testamenti anche relativamente complessi (simili a quelli di tipo concorsuale) toccando con mano sin da subito la difficoltà del concorso.
Alla fine di questo quadrimestre (ma interpretiamo con elasticità queste indicazioni temporali…potrà essere un trimestre o – più probabilmente – un periodo di cinque mesi circa) sarà fondamentale fermarsi e domandarsi… mi piace? Mi so muovere? Voglio andare avanti così? So stare otto-dieci ore sui libri? …. Le risposte che ci daremo sono molto delicate ed importanti … se si va avanti l’investimento di tempo ed energia sarà tale che ci sentiremo continuare… e se si va avanti i pericoli ci sono … non è detto che si vinca il concorso. Passeranno degli anni, si affronteranno dei costi psichici e materiali ingenti e l’unico premio che potremmo trovare alla fine potrebbe essere una buona preparazione da civilisti…non che sia poco ma certamente per molti rappresenterebbe una delusione.
Sette mesi circa per lo studio del diritto civile (ed il ripasso delle successioni).
Nei sette mesi che seguono, una volta convinti di voler andare avanti, affronteremo l’oceano del diritto civile e dedicheremo una delle cinque giornate (o, se si preferisce due mezze giornate in giorni diversi) al ripasso delle successioni (sempre con un occhio ai casi).
Organizzare lo studio del diritto civile è molto complesso.
Diversamente dalle successioni non esiste un manuale di riferimento che costituisca un porto sicuro per affrontare l’intera materia. Converrà, allora, individuare singole sezioni della materia da affrontare come materie autonome che si potranno studiare da varie fonti. Mi propongo di articolare in altro documento il dettaglio di una simile organizzazione per ora mi limito perciò ad enunciare qui di seguito le microaree del diritto civile nell’ordine (che è poi quello codicistico) secondo il quale, a mio modo, di vedere occorre affrontarle.
- Persone e Famiglia 30 giorni circa.
- Proprietà e Diritti Reali 45 giorni circa.
- Obbligazioni 20 giorni circa.
- Il contratto in generale 45 giorni circa.
- I contratti speciali 40 giorni circa.
- Trascrizione e Ipoteca 30 giorni circa.
Anche nello studio del diritto civile è assolutamente necessario tenere lo sguardo costantemente rivolto alla pratica casistica e occorrerà procurarsi compendi analoghi a quelli utilizzati durante lo studio delle successioni. Non esistono peraltro pubblicazioni analoghe a quella curata dagli allievi del Capozzi e sono invece diffuse raccolte di casi più articolati e complessi (Carbone, Ferruccio e Ferrentino, studium iuris etc.). Con uno sforzo applicativo in più dovremo rivolgerci a queste pubblicazioni e misurarci sin da subito con casi più impegnativi.
Non sarà agevole.
Cinque o sei mesi circa per lo studio del diritto commerciale (ed il ripasso delle successioni e del diritto civile).
Nell’ultimo semestre della “Fase A” affronteremo lo studio della materia forse più ricca di tecnicismi, il diritto commerciale. E’ una materia meno vasta del diritto civile ma avremo meno tempo a disposizione. Delle cinque giornate dedicate in modo costante alla nostra preparazione due dovranno essere dedicate al ripasso del diritto civile e del diritto delle successioni che non possiamo abbandonare per periodi troppo lunghi e, quindi, residuano tre intere giornate settimanali da dedicare allo studio del diritto commerciale.
Anche in questo caso non esistono manuali capaci, come il Capozzi per le successioni, di esaurire il percorso di studio. Esistono tuttavia pubblicazioni capaci di svolgere un ruolo assimilabile a quello che il Capozzi svolge per le successioni e le donazioni (mi riferisco alla pubblicazione curata dal notaio Lodovico Genghini ed ai testi pubblicati da Giuffrè e curati dagli allievi di Capozzi) che possono costituire utili basi per la preparazione della materia che dovremo tuttavia approfondire attingendo ad altre fonti per raggiungere un risultato soddisfacente.
Lo studio del diritto commerciale ha una peculiare caratterizzazione rispetto alle altre materie. Si tratta della necessità di assimilare una fonte di approfondimento dottrinario di matrice squisitamente notarile e cioè le massime e gli orientamenti dei consigli notarili.
Da una decina d’anni è invalsa, infatti, la prassi, coltivata da alcuni Consigli Notarili Distrettuali, di offrire agli operatori delle soluzioni interpretative costanti relative a problemi più o meno ricorrenti nell’attività notarile di settore. Queste soluzioni vengono raccolte, ordinate e pubblicate (anche in rete) e costituiscono un riferimento fondamentale per l’approfondimento del diritto commerciale di interesse notarile.
Tutti gli istituti del diritto commerciale, quindi, andranno approfonditi con l’esame di questa fonte che consente di individuare le questioni interpretative di maggior rilievo e le relative soluzioni proposte (con autorevolezza prossima a quella giurisprudenziale) dalle commissioni di studiosi istituite presso alcuni Consigli Notarili.
Le raccolte principali sono quelle articolate nelle massime del Consiglio Notarile di Milano e negli Orientamenti dei Consigli Notarili del Triveneto. Il consiglio è di studiare ogni istituto con lo sguardo costantemente rivolto a queste fonti che andranno assimilate in maniera assoluta anche individuano i contrasti di vedute (non infrequenti) tra i diversi Consigli Notarili coinvolti in questo sforzo ermeneutico.
Anche nel caso del diritto commerciale, purtroppo, non esistono raccolte di casi “semplici” come quelli proposti nel compendio casistico del Capozzi. La maggior esperienza acquisita nei mesi precedenti dovrebbe tuttavia aiutarci ad affrontare anche casi più complessi che troveremo raccolti, ancora una volta, in apposite pubblicazioni e che comunque “circolano” nel mondo dei candidati notai (le tracce delle scuole, i vecchi casi, non pubblicati, della scuola di Capozzi etc.) .
Come nel caso del diritto civile mi propongo di redigere un documento dove dettagliare il percorso…
LA FASE B.
(16-18 mesi)
Ripasso delle istituzioni – Molti casi – Molte letture di approfondimento ed aggiornamento. L’affinamento delle tecniche redazionali.
Nella seconda fase del percorso accumulata una buona conoscenza istituzionale del diritto delle successioni, del diritto civile e del diritto commerciale ci dedicheremo, oltre che ad un costante ripasso delle istituzioni, ad affinare la preparazione e le capacità pratico-applicative seguendo un triplice percorso:
1) in primo luogo e principalmente cominceremo a svolgere un gran numero di casi e questo seguendo vari schemi e precisamente:
- innanzitutto con cadenza settimanale dedicheremo una giornata alla “simulazione” . Si tratta di un momento assolutamente centrale della nostra preparazione. Per spiegarmi userò un’immagine. Pensate alla preparazione di una gara olimpica … e pensatela nell’ambito di una disciplina sportiva molto particolare… quella che da sempre mi viene in mente è la corsa dei 110 m ostacoli. Per arrivare a correrla vincendo contro i migliori corridori del mondo occorre innanzitutto costruire muscolatura e resistenza e quindi correre per ore e passare tempo in palestra (la nostra Fase A) ma ad un certo punto occorrerà misurarsi con quel tratto di corsa, in quel tempo e con gli ostacoli di quella altezza e posti a quella distanza l’uno dall’altro … se non correremo per un gran numero di volte i 110 m ostacoli il giorno della gara non saremo in grado di gestire la nostra preparazione atletica e psico-fisica. Occorre dominare le dinamiche della gara…La “simulazione” ha la stessa funzione e dovremo svolgerla riproducendo con la massima precisione le condizioni della prova concorsuale e quindi:
- scegliere attentamente una traccia di buona qualità attingendo ad una buona fonte (io usavo svolgere le tracce estratte e non estratte dei vecchi concorsi). E’ importante che non si sia mai esaminata prima la traccia deve esservi assolutamente sconosciuta. Quindi dedicheremo otto ore consecutive allo svolgimento della parte pratica e della parte teorica. Nessuna interruzione, nessuna distrazione. Lo svolgimento sarà curato avendo a disposizione solo ed esclusivamente codici e testi normativi. Solo dopo aver completato l’elaborato, occorrendo, ci dedicheremo allo studio ed all’approfondimento dei vari temi incontrati attingendo a libri e testi e misureremo per quanto possibile, la qualità del nostro risultato. Solo dopo aver corso decine di volte i 110 m ostacoli avremo preso le misure della gara e sapremo gestire fame, stanchezza, disorientamento, fretta un certo stato emotivo tutti nemici da battere quel giorno a Roma…
- oltre allo svolgimento dei casi in simulazione dovremo esaminarne e studiarne tanti anche con diverse modalità. Potremo allora (1) studiare le pubblicazioni casistiche che offrono tracce atti e parti teoriche già svolte (2) esaminare i tanti casi scolastici che circolano con un confronto orale tra colleghi (3) ovvero attraverso lo svolgimento individuale del caso in modo rapido e schematico e nell’arco di un ora circa in cui si abbozza l’atto e la parte teorica. Con i miei compagni di studio (oggi notai uno nel distretto di Palermo ed uno a Roma) usavamo dedicare un’intero pomeriggio esaminando rapidamente cinque o sei casi ed accapigliandoci (anzi litigando appasionatamente) sulle possibili soluzioni e questi vivaci (ed in fondo divertenti) confronti ci hanno abituato a ragionare velocemente ed approfonditamente su un gran numero di questioni. Questo esercizio è fondamentale.
2) In secondo luogo dedicheremo molto tempo a letture di approfondimento (io lo facevo quasi tutti i giorni dalle sette alle nove del mattino circa). Gli scopi di queste letture sono dettagliati più sopra qui mi limito ad evidenziare che due fonti sulle quali reperire agevolmente letture di buona qualità ed utili al nostro percorso sono le riviste Notariato (IPSOA) e Rivista del Notariato (Giuffrè) ma molto importante è anche la lettura delle sentenze di cassazione e degli studi del CNN. La scelta di queste letture integrative è rimessa alla sensibilità di ciascuno. Scorrendo gli indici delle varie fonti si potranno individuare decine di argomenti meritevoli di approfondimento. L’importante è dedicare spazio a questo percorso per raggiungere gli obbiettivi evidenziati in precedenza e che qui ribadisco a costo di risultare noioso e ripetitivo:
- imparare le dinamiche dell’ermeneutica giuridica e cioè imparare da autori più esperti a comprendere come si risolve una questione tecnico giuridica quando le norme sono assenti o incomplete;
- arricchire il proprio linguaggio (leggendo molto si impara a scrivere meglio);
- implementare le proprie conoscenze in settori nevralgici per l’attività notarile;
- aggiornare le proprie conoscenze seguendo le evoluzioni e le modifiche del sistema normativo o dell’interpretazione giurisprudenziale e dottrinaria.
3) In terzo luogo dovremo affinare le nostre capacità di redazione dell’atto dedicando un certo tempo alla cura di un nostro formulario (alla cui stesura potremo cominciare a dedicarci anche durante la Fase A) e cioè memorizzando la struttura dei principali atti e le formule ricorrenti in essi contenute. Qui di seguito l’elenco dei principali “contenitori” formali che dovremo assimilare sul piano della tecnica redazionale di base:
- testamento
- compravendita di fabbricato e di terreno
- donazione di fabbricato e di terreno
- permuta
- divisione
- cessione di azienda
- atto di destinazione
- patto di famiglia
- cessione di quote di srl
- contratto preliminare
- modifiche dei patti sociali di società personali
- verbali di assemblea (o di CdA) di spa e di srl ed in particolare:
- aumenti del capitale
- riduzioni del capitale
- trasformazioni
- fusioni
- scissioni
Questi solo gli schemi negoziali principali. Nell’esercizio casistico avremo modo di sperimentare le loro varianti, le varie sovrapposizioni ed ulteriori schemi e formule che andranno ad arricchire il nostro “formulario” cui suggerisco di dedicare un apposito quaderno o file di appunti curati in modo maniacale… se ci limiteremo alla lettura dei formulari potremmo non assimilare con sufficiente efficacia le tecniche redazionali mentre lo sforzo di scrivere, riscrivere e rielaborare le formule in proprio consente di impossessarsene maggiormente.
Spero di poter arricchire nel corso del tempo questo documento con altri documenti collegati più dettagliati utili a guidare la preparazione. Spero inoltre che in futuro il portale formazionenotarile.it che è l’esito ultimo del mio percorso di studio prima e di insegnamento poi possa divenire un utile supporto per seguire tutte le fasi del percorso che ho descritto sin qui. Mentre scrivo queste note (domani 20 ottobre 2014 il sito sarà on line) ho caricato solo casi evoluti utili nella seconda fase di studio sopra descritta…ma i progetti sono tanti ed ambiziosi e mi auguro che una volta realizzati consentano a formazionenotarile.it di divenire un buon compagno di studi dal momento immediatamente successivo alla laurea sino al raggiungimento dell’ambito obiettivo della nomina a notaio.
Buon lavoro ed in bocca al lupo!
Palermo settembre-ottobre 2014
Dario Ricolo